Nei primi decenni del secolo XVI si divulga la fama di prodigiosi avvenimenti presso un dipinto della Madonna, che si trovava lungo la roggia Turana, che costeggiava la strada piacentina (Via Emilia). Era uno dei tanti “madunin” che la devozione popolare aveva eretto su di un pilastrello, in un luogo pericoloso per le acque. Interpretando un’antica preghiera, l’anonimo artista dipinse sul manto della Madonna una stella, perché fosse guida sicura e difesa dai pericoli, principalmente dalla insidie delle acque. Accanto alla Vergine con il Bambino, fu dipinto in atto supplichevole San Carlo Borromeo, per ricordare i suoi prodigi di carità ed eroismo durante la peste. In questo luogo, affluirono molti devoti, tanto che il vescovo M. Seghizzi, decise la costruzione di un santuario, all’inizio della strada per San Martino in Strada con la via piacentina, dove sorgeva anche un oratorio dedicato a San Bernardo.
I lavori di costruzione della Chiesa-Santuario iniziarono nel 1623 e terminarono nel 1641 ed il 13 ottobre di quell’anno avveniva la solenne traslazione dell’immagine. Nel 1648, le autorità militari spagnole per maggiore difesa e sicurezza della città di Lodi, fecero abbattere i borghi fuori le mura, risparmiando il Santuario che divenne parrocchia, e che fu affidata ai monaci Olivetani ed in collegamento con il monastero degli Olivetani di Villanova sul Sillaro. Nel 1769 la guida pastorale passò ai sacerdoti diocesani di Lodi.